Santi Saccenti

Ultima modifica 29 marzo 2021

Avvocato di professione e poeta per passione, Giovan Santi Saccenti fu uno dei personaggi più poliedrici e irriverenti della storia Cerreto Guidi.

Nacque nel 1687, a Cerreto Guidi, nella casa di famiglia situata appunto in via Saccenti. A Cerreto mosse i primi passi nello studio del latino e della grammatica, ma ben presto fu inviato a studiare prima a Firenze, dai Gesuiti e poi a Pisa per seguire le lezioni di Giurisprudenza. Rientrato a Cerreto, sposò la compaesana Costanza di Bartolomeo Braccini, una ragazza cerretese erede di una famiglia molto in vista nel borgo.

Presso varie podesterie e vicariati (circoscrizioni del Granducato di Toscana) esercitò l’ufficio di Cavaliere di Corte, ovvero notaio degli atti giudiziali. I Cavalieri di corte duravano in carica in una stessa sede fino a tre anni, formando un ceto itinerante di amministratori della giustizia. Riscuotevano vitto, alloggio e un modesto stipendio, integrabile però con i proventi derivanti dalle tariffe per l’iscrizione degli atti giudiziari.

Nonostante il suo ruolo lo esponesse alla possibilità di scorrette pratiche professionali, assai diffuse, Santi Saccenti non ne fu mai incline. La sua dirittura morale si rifletté nella scelta di occuparsi solo di cause civili, ripugnando l’idea di poter trarre guadagni dai reati criminali, per quanto molto più lucrosi.

La carriera giuridica non gli impedì di coltivare l’amore e la passione per la poesia, di cui però non curò mai la pubblicazione. I suoi versi sono intrisi di continui riferimenti alla realtà paesana e ai personaggi del luogo. La sua poesia disegna spesso il ritratto di un incorruttibile servitore del governo, la cui onestà è la causa della precarietà della propria posizione. Non manca una vena ironicamente polemica e arguta.